Le ragioni del dubbio. L'arte di usare le parole

Le ragioni del dubbio. L'arte di usare le parole

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  • Create Date:2021-10-04 18:16:06
  • Update Date:2025-09-23
  • Status:finish
  • Author:Vera Gheno
  • ISBN:8806247913
  • Environment:PC/Android/iPhone/iPad/Kindle

Summary

Guardiamoci intorno: quante sono le persone che intervengono nelle discussioni senza alcuna competenza specifica pensando di averla? Quanti criticano gli esperti con un «Io non credo che sia così» dall’alto di incrollabili certezze? Ci siamo abituati un po’ troppo a parlare e a scrivere senza fermarci prima un attimo a pensare, e rischiamo così di far sempre più danni。 Perché le parole non sono mai solo parole, si portano dietro visioni differenti della realtà, tutte le nostre aspirazioni e le nostre certezze: ovvio che possano generare conflitti e fare male。 Ma possono anche generare empatia e fare del bene, se impariamo a usarle meglio。 Vera Gheno indaga i meccanismi della nostra meravigliosa lingua, e lo fa con la leggerezza calviniana di chi ammira il linguaggio senza peso perché conosce il peso del linguaggio。 E in queste pagine, lievi ma dense, distilla un «metodo» per ricordarci la responsabilità che ognuno di noi ha in quanto parlante。 Un metodo che si fonda innanzitutto sui dubbi, che ci devono sempre venire prima di esprimerci: potremmo, nella fretta, non aver compreso di cosa si sta davvero parlando, capita a tutti, anche ai più «intelligenti»。 Poi sulla riflessione, che deve accompagnarci ogni volta che formuliamo un concetto。 E infine sul silenzio, perché talvolta può anche succedere, dopo aver dubitato e meditato, che si decida saggiamente di non avere nulla da dire。

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La comunicazione è una particolare relazione che coinvolge almeno quattro elementi: - il comunicante- il messaggio- il destinatario- il canale di comunicazione。 Partiamo dal messaggio。Le domande che dovremmo porci quando ascoltiamo e/o leggiamo un messaggio le domande che dovremmo porci sono: “Ho la certezza di avere compreso ciò che ho letto o ascoltato?Ho le competenze necessarie per valutare la correttezza del contenuto che ho letto o ascoltato?Chi l’ha detto o scritto? E quando?Ho modo di ve La comunicazione è una particolare relazione che coinvolge almeno quattro elementi: - il comunicante- il messaggio- il destinatario- il canale di comunicazione。 Partiamo dal messaggio。Le domande che dovremmo porci quando ascoltiamo e/o leggiamo un messaggio le domande che dovremmo porci sono: “Ho la certezza di avere compreso ciò che ho letto o ascoltato?Ho le competenze necessarie per valutare la correttezza del contenuto che ho letto o ascoltato?Chi l’ha detto o scritto? E quando?Ho modo di verificare le informazioni che mi sono arrivate?Ci sono parole che non ho compreso e che forse sarebbe meglio controllare nel dizionario?Perché ciò che ho letto o ascoltato mi fa arrabbiare?Qualcuno sta cercando di provocare determinate reazioni in me?Perché la penso cosí?So di non sapere (di non sapere)?Riconosco se qualcuno sa piú di me e gliene do atto?”Se invece siamo noi a comunicare, dovremmo sempre tenere bene in mente cosa e chi vogliamo comunicare。 C'è una regola che ho sempre detto ai miei ex alunni。 Quella delle undici P:PrimaPensaPoiParlaPerché Parole PocoPensatePossonoPortarePentimentiLeggendo questo saggio linguistico di Vera Gheno ho pensato spesso a questa regola che riscriverei così PrimaPensaPoiSCRIVIPerché Parole PocoPensatePossonoPortarePentimentiLe parole che usiamo, sia nella forma orale sia in quella scritta, ci definiscono e ci qualificano。 Non solo: l'uso delle parole cambia con il tempo。 Ed è questo che fa il linguista: studia come la lingua evolve e si è evoluta。 “Facciamo finta che la lingua sia un albero。 Se osserviamo la sezione trasversale di un tronco tagliato, vediamo che il legno non è omogeneo, ma che presenta differenze di colore o di spessore da un anno all’altro: sono gli anelli di accrescimento della pianta。 Proprio dal colore, dalla consistenza e dallo spessore di tali anelli un esperto può ricavare informazioni sulla quantità di pioggia caduta in quel tale anno o su altri eventi che possono tali anelli un esperto può ricavare informazioni sulla quantità di pioggia caduta in quel tale anno o su altri eventi che possono avere influito sulla crescita dell’albero。”Quando parliamo e/o scriviamo dovremmo sempre essere consapevoli del messaggio che vogliamo comunicare e responsabili delle parole che usiamo: “In principio: consapevolezza e responsabilità。”Ma per essere consapevoli e responsabili, occorre riflettere bene su cosa vogliamo comunicare。 “Mi sono concessə il tempo necessario per trovare il modo migliore per esprimermi?Sono consapevole degli argomenti di cui posso parlare con cognizione di causa?Sono consapevole delle parole che sto usando?Mi sento pienamente responsabile di tutto ciò che dirò e scriverò?Ho ben chiare le mie intenzioni comunicative, il contesto in cui mi trovo ad agire, i miei interlocutori?Ho verificato di avere seguito le massime di Grice inerenti al modo, alla relazione, alla quantità e alla qualità?Mi sono espressə nel migliore dei modi a mia disposizione?Se domani quello che ho scritto viene pubblicato sulla prima pagina di un giornale, mi va bene?Sono in grado di «reggere» ciò che ho detto o scritto?Ciò che ho detto o scritto funziona anche fuori contesto?”E la riflessione richiede degli spazi di silenzio。 Prendersi tempo per pensare, per comprendere e SOLO infine per comunicare。 Ma questa rieducazione richiede FATICA。 “Riconosci e pattuglia i limiti della tua conoscenza。 Stana stereotipi e automatismi linguistici。 Resisti all’istintiva xenofobia umana。Poniti dubbi su quello che leggi e senti; chiediti se qualcuno sta provando a manipolarti。 Se qualcosa ti infastidisce, chiediti perché。Pratica l’aikidō della comunicazione: non rispondere a violenza verbale con violenza verbale, non schernire chi sa meno di te o chi sbaglia, ignora l’aggressività e rimani sulla questione。Costruisci la tua reputazione in un certo ambito: non c’è bisogno, e non è possibile, sapere tutto。 Anche il piú esperto lo è in un determinato campo。Pratica l’autoironia, ma non difenderti mai dicendo che eri ironicə。Sii capace di riconoscere il tuo errore。Se non capisci, di’ che non hai capito; se non lo sai, di’ che non lo sai。Ricordati che sei sempre in pubblico: i nostri spazi privati sono piú ristretti di quanto pensiamo e vanno difesi curando molto bene la «faccia pubblica»。Non smettere mai di studiare e approfondire; la conoscenza non è mai abbastanza。 Trova una dieta mediatica varia ed equilibrata。 Coltiva la curiosità。Quando serve, scegli il silenzio。”E se Vera Gheno non resiste nel fare le liste, io non resisto nel condividerle。 Amo il modo in cui scrive: le sue parole scelte con cura rendono i suoi scritti di semplice comprensione。 Dove semplice non è sinonimo di banale。 “De Mauro aveva continuato dicendomi che scrivere chiaro e semplice non vuol dire banalizzare; che dovevo scrivere in modo da dare qualcosa ai miei lettori, non per far vedere quanto fossi brava e competente。”E le indicazioni datele anni fa da De Mauro sono state fatte pienamente sue。Infine, facciamo nostro l'invito di scegliere con CURA le parole“Ricorda Irene Facheris:La ricerca della parola giusta avviene per approssimazioni successive, spesso occorre transitare da altre che si avvicinano poco prima di trovare quella che ci convince di piú e scoprire che talvolta la parola definitivamente giusta non esiste e altre volte le parole giuste sono piú di una。”[Questa è una delle mie regole auree per risolvere i problemi della vita, usando i modelli matematici。 Si procede per approssimazioni successive。] 。。。more